La Pieve di San Giovanni Battista costituisce uno degli edifici romanici più interessanti del contado senese.
Si trova in località Ponte allo Spino nel comune di Sovicille, nella piana alluvionale del Piano dello Spino bagnata dal torrente Rigo e dai fossi Serpenna e Arnano. Questo luogo era una tappa della via imperiale che collegava la via Cassia all’ Aurelia a partire da Porta San Marco, attraverso Costalpino, Bagno a Soma, la Pieve per poi proseguire verso Radicondoli, Montieri, Monterotondo e il mare.
La chiesa è citata a partire dal 1050 e secondo la tradizione l’edificio che ci è pervenuto fu costruito dai monaci Vallombrosiani di Torri.
Pochissime tracce dell’antica chiesetta sono state mantenute nella più recente costruzione, ovvero le sculture dei capitelli e il fonte battesimale. Segue in ordine di antichità il campanile, il cui basamento coesiste con tale remota costruzione almeno fino all’imposta del primo ordine di lesene.
La facciata è stata costruita con bozze di arenaria e da alcuni fregi disposti disordinatamente, pezzi di recupero di una precedente struttura.
Il bassorilievo di un dragone e di una figura umana che tiene un animale al giunzaglio sono separati da un’ampia monofora. Una cornice a listello e smusso decorata con motivi vegetali intrecciati forma con le falde del tetto una sorta di timpano. Probabilmente a coprire il portone di ingresso c’era un protiro a cuspide, di cui si possono distinguere i resti.
L’impianto è basilicale a tre navate, divise da due serie di imponenti colonne quadrilobate, concluse da tre absidi.
L’ingresso della chiesa presenta subito una particolarità: infatti qui, anzichè salire, si scendono dei gradini. Questo fa sì che dall’interno la chiesa risulta più slanciata di quello che si immagina dall’ esterno.
Lo stile si ispira al tardo romanico francese, molto vicino al gotico. La prima campata di destra è più piccola delle altre, perchè ingloba il preesistente campanile. I capitelli hanno un’ampia varietà di raffigurazioni: dalle figure umane ai motivi geometrici e sono di alta qualità.
Le navate avrebbero dovuto essere a volta, ma sono rimaste incompiute e la copertura è a vela. Ma in corrispondenza del presbiterio, relativo all’ultima campata, le navatelle sono coperte con volte a crociera e la navata centrale con una volta a botte notevolmente rialzata rispetto alle restanti coperture, determinando la presenza di un tiburio esterno decorato con arcatelle pensili contenenti rombi e tondi gradonati.
Il campanile di stile lombardo è inserito entro la prima campata della navatella destra, con il prospetto principale in linea con la facciata.
La torre del campanile è preesistente all’ attuale chiesa e fu inglobata durante i lavori di ampliamento in epoca medievale. Ricorsi di arcatelle scandiscono i piani, ove si aprono monofore e bifore in successione, ma le grandi monofore corrispondenti alla cella campanaria sono frutto di un rimaneggiamento posteriore. Sul lato destro è da notare la base a scarpa sormontata da un quadrante solare.
Sulla destra della chiesa, attraversando un arco si entra in una piccola corte. Il muro sulla parete destra mostra delle feritoie ed archibugiere, segno che il complesso era fortificato.
Sulla sinistra si trovano i resti di un piccolo chiostro appartenente alla fine del XII secolo, venuti alla luce in occasione degli ultimi interventi di restauro, consistenti in una successione di nove piccole arcate su colonnine.
I materiali utilizzati sono pietre tufacee all’interno e calcare cavernoso all’esterno, che ha assunto col tempo una patina particolarmente preziosa.
L’elegante palazzo dalle finestre bilobate, tipicamente senesi, ospitava i vescovi durante l’estate.
Nel sottosuolo della corte sono stati rinvenuti pregiati mosaici romani d’età imperiale appartenenti ad una grande villa romana, fornita di riscaldamento ad aria calda. A giudicare dalla grandezza della greca che fa da cornice, si suppone che i mosaici proseguano sotto il livello del pavimento della chiesa con una notevole estensione.
Sul lato posteriore della Pieve si aprono tre absidi.