Il sentiero Frassati in Val Maira

“Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la Grandezza del Creatore”.

Così scriveva Piergiorgio Frassati ad un amico. Una contemplazione arricchita dalla gioia per la compagnia degli amici e intensificata dal raggiungimento di vette sempre più alte: “Sempre desidero scalare i monti, guadagnare le punte più ardite; provare quella gioia che solo in montagna si ha”.

Piergiorgio Frassati nacque nel 1901, in una delle famiglie più in vista dell’alta borghesia di Torino. Morì a soli 24 anni, probabilmente per poliomielite fulminante contratta visitando i poveri nelle loro abitazioni.

La sua vita fu incentrata sulla “carità gioiosa”, nella quale trovava ragione e alimento ogni suo impegno dal sociale al familiare, dal religioso al politico.

Insieme ai suoi più cari amici fondò la “Compagnia dei Tipi Loschi”, un’associazione caratterizzata da un sano spirito d’amicizia e d’allegria. Ma dietro le apparenze scherzose e goliardiche, nascondeva l’aspirazione a un’amicizia profonda a tutto tondo, capace di valere per tutti gli ambiti della vita. Oltre a essere un’intuizione quasi profetica fu l’occasione di indimenticabili gite in montagna.

Pier Giorgio Frassati ha in fondo tracciato “il sentiero” per tutti quei giovani che davvero, come diceva lui, vogliono “vivere e non vivacchiare”.

All’indomani della beatificazione è stata ideata da C.A.I. una rete di sentieri nelle varie regioni a lui dedicata.

Abbiamo percorso quello in Alta Val Maira, al confine con la Francia. Il giro ad anello è lungo circa 16 chilometri per un dislivello complessivo di circa 950 metri e non presenta difficoltà: è ben tracciato su sentieri evidenti, privi di qualunque pericolo.

Si parte dalle sorgenti del Maira (1628 m) non lontano dall’abitato di Saretto.

Dopo una ripida salita e una diagonale abbastanza lunga si arriva a circa 2000 m alla sella che sovrasta la conca del lago Visaisa. Qui si trovano i ruderi del rifugio Umberto Principe di Piemonte, inaugurato nel giugno del 1911. Il rifugio-albergo iniziò a ospitare villeggianti, attratti anche dal giro del lago su delle zattere. Nel 1928 il rifugio fu incendiato. La conca del lago amplifica i muggiti delle mucche al pascolo vicino all’acqua con un effetteo sorprendente.

Una vecchia cartolina del rifugio

 

Allontanandosi dalla sella sopra il lago Visaisa, ci si innalza avvicinandosi sempre di più agli spalti dell’Auto Vallonasso e del Monte Oronaye. Voltandosi indietro si vede bene la testata della Val Maira con la Rocca Provenzale in linea col lago Visaisa e Chiappera.

Il lago Visaisa e la Rocca Provenzale con Chiappera nel mezzo

 

Presto si arriva al bivacco Bonelli a quota 2300 m con vicino il lago Apzoi racchiuso nella conca tra il monte Oronaye e l’Auto Vallonasso.

Si prosegue il sentiero e in breve si arriva ad un pianoro con dei laghetti (delle Munie).

Si può salire direttamente al colle della Cavalla, ma decidiamo di salire al colle delle Munie o Col des Monges (2531 m), al confine con la Francia. Il nome deriva dalle monache di un monastero di Dronero che avevano in concessione questi pascoli. Sosta per il pranzo, riparati dal forte vento piuttosto freddo nei ruderi di un fortino militare.

Panoramica verso il percorso effettuato, col laghetto delle Munie e a sinistra la meta successiva, il colle della Cavalla

Percorriamo la mulattiera pianeggiante sotto il monte Soubeyran e raggiungiamo il Passo della Cavalla (2539 m). Qui si trovano resti di fortificazioni della seconda guerra mondiale.

 

Non abbiamo incontrato molte persone, ma lungo la discesa l’itinerario si fa ancora più solitario. Si scende prima su una cresta detritica, poi su pascoli erbosi, fino alla Fonte Pausa (2122 m).

Nei pressi di una sorgente d’acqua ci colpisce un cartello con una frase di Tolstoij: “La sorgente è un modello per l’uomo. Essa dà da bere a tutti, senza chiedere niente, fa del bene a tutti, senza aspettare alcuna ricompensa.”

Si prende la vecchia strada militare che porta di nuovo alle sorgenti del Maira.

 

La cartina del percorso:

Fonti:

http://www.comune.acceglio.cn.it/pagina.asp?id=106

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