Nella Tuscia meridionale

Tuscia è la denominazione attribuita all’Etruria dopo la fine del dominio etrusco, comprende tutta l’Etruria: la Toscana, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale.

I luoghi proposti in questa breve gita di un giorno sono appartenuti ai Falisci, un popolo assoggettato da Roma nel 3° sec. a.C. La loro città capoluogo era Falerii, corrispondente alla moderna Civita Castellana. che esisteva già nella prima età del Ferro.

Oggi sorprende la quantità di luoghi storici non eccessivamente conosciuti, che si ha l’impressione di scoprire, ritrovandocisi quasi per caso, in un territorio di una bellezza un po’ sorniona e avvolgente.

Civita Castellana

È famosa per essere stata nell’epoca preromana la capitale, Falerii Veteres, della popolazione dei Falisci. Un popolo guerriero, che si scontrò inevitabilmente con la vicina Roma. Sconfitti, i Falisci furono letteralmente cacciati dal sito fortificato di Falerii Veteres e costretti a fondare un’altra città su di una piana distante cinque chilometri. La nuova città si chiamò Falerii Novi.

Civita Castellana è situata su uno sperone tufaceo, tra le profonde gole di due affluenti del Treja, ai piedi dei monti Cimini, lungo la via Flaminia. Si trova in una zona originata dalle eruzioni del vulcano Vicano che hanno generato il tufo rosso, che caratterizza il territorio. Il Monte Soratte spicca solitario e inconfondibile, unico rilievo nella pianura a sud.

Appena arrivati non si può non notare il Forte Sangallo, dove all’interno si può visitare il Museo Nazionale dell’Agro Falisco, fatto costruire da Alessandro VI Borgia su un precedente edificio di età medioevale. Il progetto fu affidato ad Antonio da Sangallo il Vecchio e portato a termine dal nipote, Antonio da Sangallo il Giovane, sotto il pontificato di papa Giulio II.

Il Duomo costruito dai Cosmati, una delle più importanti famiglie di marmorai romani, conosciuto anche come chiesa di Santa Maria Maggiore, ha la facciata del XII secolo e portico a grande arco centrale del 1210 arricchito da mosaici policromi. Di notevole interesse è la cripta risalente ai secoli VII e VIII, suddivisa in  nove navatelle trasversali che presentano una copertura con volte a crociera sorretta da colonne con capitelli risalenti a epoche diverse.

Falerii Novi

Le rovine dell’antica città di Falerii Novi si estendono su un declivio situato a metà strada tra l’abitato di Fabrica di Roma e Civita Castellana. Per buona parte immerse nella vegetazione, si sovrappongono costruzioni di origine etrusco-falisca, romana e medievale. La costruzione più imponente, che caratterizza tutto l’ambiente circostante, è il grande muraglione di cinta che si staglia sul verde degli ampi prati. Tra le porte meglio conservate possiamo osservare la Porta di Giove, primo esempio di architettura etrusca nel territorio falisco.

Il monumento più visibile all’interno delle mura è la chiesa in stile romanico di Santa Maria di Falerii risalente al XII secolo, ristrutturata di recente. Non possiamo visitare l’interno, anche se la chiesa è aperta, in quanto si tiene una cerimonia di Battesimo.

Calcata

Nella Valle del fiume Treja, tra una folta e impenetrabile vegetazione, su una rupe tufacea isolata  sorge il borgo di Calcata. Il paese è raggiungibile praticamente solo a piedi, in quanto il parcheggio in prossimità della porta è molto piccolo. Spopolatosi completamente negli anni ’30 a causa dei numerosi crolli della rupe, grazie al suo fascino decadente e surreale, il borgo fantasma cominciò man mano ad essere ripopolato.  A partire dagli anni ’60 artisti, artigiani ed intellettuali vennero da ogni parte del mondo, in cerca di una dimensione di vita genuina, in contrasto con l’incalzante società industriale e consumistica.

Oggi, le stradine sono piene di locali e botteghe che hanno poco a che vedere con l’aspetto alternativo che si era voluto dare in origine al luogo. I turisti affollano bar e ristoranti e vagano tra i vicoli stretti, dove spesso è difficile anche scambiarsi, in cerca dell’ angolo imperdibile. Molte case sono in vendita, forse coloro che avevano ripopolato il paese hanno deciso di allontanarsi, visto che per certi luoghi sembra impossibile mantenere una dimensione non consumistica. Probabilmente in momenti meno frequentati si può riscoprire l’atmosfera magica di un borgo caratteristico, rustico e a contatto con la natura.

Castel Sant’Elia

Percorrendo la via che taglia longitudinalmente il paese, si arriva ad un terrazzo dal quale il panorama mostra la rupe con il convento dei frati francescani di San Michele Arcangelo e più in basso la basilica di Sant’Elia.

Dal Convento si può scendere lungo un cunicolo di 144 gradini scavati nella roccia in 14 anni di lavoro dall’eremita Rodio alla fine del Settecento. Da lì si raggiunge il santuario di Maria Santissima ad Rupes dove si venera l’immagine della Vergine.

Attraverso un viottolo campestre chiamato la “strada dei Santi”, attualmente non percorribile, si può raggiungere il fondovalle, dove si trova la basilica di Sant’Elia. Noi ci arriviamo in auto, ma per vedere l’interno bisogna fare attenzione agli orari, la chiesa è aperta solo poche ore al giorno e dalle 12 riapre alle 17! Fortunatamente hanno lasciato una grata aperta nel portone che ci permette di dare un’occhiata all’interno.

Il tempio e’ in puro stile romanico, con presenze di elementi di origine lombarda, la facciata risale al XII secolo. I tre portali in marmo sono finemente decorati. Nell’interno l’altare maggiore e’ sormontato da un elegante ciborio decorato da una croce cosmatesca. Sono presenti anche degli affreschi che riusciamo ad intravedere: scene tratte dall’apocalisse di S. Giovanni, la morte e i funerali dell’abate Anastasio e di altri monaci, una Madonna del 1448 di pregevole scuola pittorica.

Nepi

Il suo nome deriva dalla parola etrusca Nepa, ovvero acqua. Profonde gole e burroni si aprono come squarci nel terreno. Luoghi suggestivi e spesso ancora selvaggi, caratterizzano fortemente il paesaggio di questi luoghi. Ricco di storia, merita sicuramente una visita più approfondita. A margine del paese si trova la Rocca dei Borgia circondata da possenti mura: i bastioni Farnesiani (XVI secolo) con la cascata di Cavaterra.

La chiesa di Santa Maria Assunta è il duomo. Nelle pareti del portico sono murati frammenti marmorei di epoche diverse, tra cui delle lapidi e un frammento del primitivo pavimento cosmatesco del 1266.  Interessantissima la cripta, sorretta da 24 colonne e ornata da 52 capitelli uno diverso dall’altro. Purtroppo la cripta viene illuminata a moneta e con 50 centesimi la luce sta accesa circa 30 secondi. Quindi è necessario munirsi di torcia per osservare con  calma questo capolavoro.

Sutri

Sutri sorge su un imponente rilievo di tufo che domina la via Cassia. Una facile e gradevole passeggiata nel parco fuori dell’abitato permette di visitare la necropoli etrusca. Questa contiene decine di tombe scavate nel tufo, l’anfiteatro romano, e il Mitreo tramutato in chiesa nel riutilizzo del luogo sacro da pagano a cristiano. Nel Mitreo sono numerosi gli affreschi, uno in particolare a rilievo sul soffitto che rappresenta San Michele Arcangelo a cui era stato dedicato il tempio prima della consacrazione alla Madonna del Parto.