Grazie sul Mincio

Luogo incantato vicinissimo a Mantova.

Qui si trova il santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie e nella grande piazza in estate fanno una gara i madonnari. Arriviamo di mattina presto, la nebbia ci avvolge, il freddo anche, l’aria gelida ci resta arraccata addosso. L’interno della chiesa ci stupisce per la grande quantità di staute lignee alle pareti e per un coccodrillo appeso al soffitto, che la leggenda vuole sia stato catturato nel Mincio.

Immediatamente dietro la chiesa c’è un parco.

Ci troviamo alla fine del lago che il fiume crea intorno a Mantova, una zona paludosa e stagnate. La nebbia si alza come fumo dall’acqua decisamente ferma, il freddo è pungente, l’erba  completamente bianca, camminiamo su un tappeto di brina e possiamo osservare anche la galaverna. Da noi è raro che gelino i rami degli alberi, ma qui probabilmente è normale. Il sole cerca di forare la nebbia, ma appare pallido e non riscalda.

Nel pomeriggio decidiamo di passare di nuovo, visto che è il sole ha avuto la meglio. I colori sono decisamente più brillanti; qualche uccello acquatico appare tra i canneti. Lungo la riva scopriamo delle strane forme che, spuntando dall’acqua, creano, con i loro riflessi sulla superficie immobile del fiume, una specie di scrittura, come se fossero caratteri cuneiformi. Avevamo letto che in estate lungo le rive del Mincio nascono i fiori di loto, questi non sono altro che i loro resti. Immaginiamo lo spettacolo che devono regalare in estate, ma anche questo buffo disegno non è da meno.