Le Cornate di Gerfalco, davanti al mare a più di 1000 metri di altitudine

Un bel giro ad anello vario e mai noioso di circa 15 chilometri sull’ultimo promontorio delle Colline Metallifere prima del mare.

Effettuato in primavera offre spettacolari fioriture. Prima le rose selvatiche, i grilli che cantano e un vento piuttosto forte e fresco. Poi le viole,  tantissime. Il raggiungimento della cima, silenzio, panorama incredibile: Argentario, Giglio, Montecristo, Elba, Corsica, Capraia e anche Livorno. Sole a picco. Poggio Ritrovoli offre meno panorama, ma si intravedono tra prati di ginestre e abeti bianchi San Gimignano, Certaldo e Volterra, più in basso Siena. Poi i castagni secolari e Le Lame, un luogo dove i campanacci delle caprette e il verde intenso fanno pensare ai pascoli di mezza montagna, oltre quello silenzio assoluto. Il ritorno a Gerfalco, paese un po’ triste all’interno, più gradevole da lontano. Escursione sicuramente da ripetere in inverno dopo una bella pioggia purificatrice, quando l’aria diventa cristallina.

Ma procediamo con ordine…….

Gerfalco (774 m), mattina presto. Lasciamo la macchina al cimitero e imbocchiamo la sterrata.

Sono tantissime le rose selvatiche e si intravede già il mare, verso Follonica e Piombino. Un po’ di foschia.

In breve si arriva alla Cappella dell’Avveduta (808 m).

Intorno si trova già la fioritura di Viola Etrusca, questa specie protetta fiorisce qui e sul Monte Amiata e si chiama Etrusca proprio per questo motivo. Con i fiori violacei e bianchi giallastri accompagna la salita sulla vetta dove forma notevoli macchie di colore.

Alla cava Romano inizia la salita la salita vera e propria, corta, ma ripida, circa 300 metri di dislivello.

Sbucano Piombino e l’isola d’Elba.

Le case presenti nei pressi di cava Romano in basso.

Ecco il bivio per il Poggio Ritrovoli, torneremo qui dopo la sosta in vetta.

Si continua la salita, un’orchidea solitaria e altre fioriture.

Durante la salita si costeggiano ancora della cave di rosso ammonitico utilizzato per la costruzione del Duomo di Siena.

In prossimità della vetta sono stati costruiti molti ometti, proprio come si fa in montagna!

Dopo un’ora e mezzo di cammino si arriva in cima.

La foschia si è diradata e si osserva Follonica con dietro l’isola di Montecristo, Massa Marittima, l’isola d’Elba e il Sasso Pisano col soffione boracifero.

Segnavia indicatore della vetta.

Panorama complessivo verso il mare dalla vetta

Dopo una sosta, si ritorna indietro al bivio per Poggio Ritrovoli.

Ancora fiori: l’aquilegia e il lamio purpureo, o falsa ortica.

Per raggiungere Poggio Ritrovoli il percorso più boscoso e meno panoramico. Passando per Campo al Turco, riscendendo a quota 792 metri e Poggio ai Coltelli ci si arriva dopo un’altra ora e mezzo di cammino. L’ultimo tratto in salita molto assolata tra ginestre radi boschi di pini.

Indietro la vetta delle Cornate.

La vetta di Poggio Ritrovoli

Tra gli arbusti si intravedono Volterra, San Gimignano con dietro Certaldo e Siena. Le foto non hanno un’elevata qualità, ma le inserisco a titolo di curiosità.

Per tornare a Gerfalco si scende a Le Lame, il sentiero è circa 5 chilometri per un tempo di due ore. Si passa attraverso un bosco di abeti bianchi.

Le Lame è un agglomerato di poche case, alcune ristrutturate altre dismesse. Vicino un castagneto con alberi secolari enormi.

Ancora fiori lungo il percorso, ciclamini e piselli.

Ormai siamo quasi arrivati a Gerfalco. Indietro Le Lame e poggio Ritrovoli e il vicino Poggio di Montieri riconoscibile dalle antenne per le telecomunicazioni.

Due passi nel paese.

E sulla strada del ritorno ci fermiamo poco dopo Montieri per rivedere Gerfalco con le Cornate.

Per finire ecco la mappa del percorso.